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ombra e aurora 413

sare perché non aveva sul passaporto il visto dell’uscita, o se, peggio, vi fosse un ordine di arresto per quest’affare del medico di Pellio? Meglio prendere la montagna. Poteva venir arrestato dopo ma con la pratica dei luoghi che aveva fatto prima del 1848, cacciando, era quasi sicuro di arrivare a casa. Questo faticoso lavoro di fare e disfare piani lo distrasse alquanto, gli tenne occupata la mente sin oltre Arona, sul battello del Lago Maggiore. Aveva fatto il conto di arrivare a Lugano nel cuore della notte. Se vi fosse qualcuno ad aspettarlo? Se non v’era nessuno, poteva darsi che alla farmacia Fontana dove andavano molti Valsoldesi, si sapesse qualchecosa. Se Iddio volesse fargli trovare a Lugano notizie rassicuranti potrebbe rimettere all’indomani ogni decisione circa l’andata a Oria. Prese dunque il partito di non far progetti sino a Lugano e pregò fervorosamente Iddio che gli facesse trovare queste buone notizie. Il cielo era coperto, le montagne avevano già una tinta autunnale triste, il lago era leggermente nebbioso, le campane di Meina suonavano, sul vapore non c’era quasi nessuno e la preghiera di Franco gli morì nel cuore sotto una tristezza pesante, gli occhi suoi si smarrirono dietro uno stormo di gabbiani bianchi che volavan lontano verso le acque di Laveno, verso il paese nascosto dov’era l’anima sua.

Arrivò a Magadino dopo le sette, fece il monte Ceneri a piedi, per il sentiero che mette alla Cantoniera, prese una vettura a Bironico e arrivò a