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esusmaria, sciora luisa! 385

La possibilità del «troppo tardi» parve terribile e insopportabile al professore, il quale, ne’ suoi colloquii con l’oracolo, dopo averlo consultato su cento diverse cose, capitava regolarmente ogni volta alla domanda fatale: «e sto basìn?» Luisa in parte ci si divertiva per la sua propensione a cogliere il comico anche nelle persone cui voleva bene; in parte dubitava realmente di una ripugnanza fisica che si manifestasse in Ester, data l’occasione, con violenza e mandasse tutto a monte. Ella si accorse, per fortuna, che il professore pareva sempre meno brutto alla sua fidanzata. Perciò quando lo vide comparire così per tempo, sapendo che più tardi lo avrebbe lasciato solo con Ester per andare a incontrar la nonna, le venne subito in mente che quello poteva essere il giorno del «basìn.» Ma il professore si presentò tutto accigliato. Aveva cattive notizie. A S. Mamette si diceva che fosse stato arrestato e condotto a Como il medico di Pellio, che gli avessero trovato lettere e note compromettenti per altre persone fra le quali si nominava don Franco Maironi.

«Per Franco non ho angustie» disse Luisa. «Del resto, senta, professore; vuol dire che porremo nel conto dell’imperatore d’Austria anche il dottore di Pellio ch’è bello grosso e pesa un mucchio di libbre, ma non pensiamo a malinconie in giorno come questo. Oggi è il giorno del Suo basìn

«Ah sì? Ah sì?» fece il professore, tutto rosso