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esusmaria, sciora luisa! | 383 |
«Taci, dormi.»
Ma la bambina non si addormentò.
Dopo un pezzetto parve a Luisa di udirla piangere. Si alzò, andò a vedere. Piangeva veramente, sottovoce.
«Cos’hai?»
«Il papà!», singhiozzò la povera piccina. «Il mio papà!»
«Verrà, cara, verrà presto il tuo papà. Dormi e fa un bel sogno che viene papà insieme col Re Vittorio Emanuele e che la mamma e la Cia fanno un bel risotto, che ti piace tanto, e che tu dici: viva il Re! e che il Re dice: niente affatto, viva invece Ombretta Pipì e il suo papà! Fa questo sogno, sai.»
«Sì, mamma, sì.»
L’indomani il professore Beniamino capitò a Oria un’ora prima di quella che Luisa gli aveva indicato. Dopo il sì di Ester l’uomo era trasfigurato. Pareva molto più giovane di prima. Il colore giallognolo della sua pelle, irradiato da una rosea luce interiore era scomparso quasi del tutto, non gli si vedeva più che sul cranio dove Luisa si attendeva che tornassero a spuntare, un giorno o l’altro,