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34 | capitolo i - risotto e tartufi |
capì lu?» Il marchese, molto scuro, taceva. Finalmente il Pasotti, reo di fatto, presa un’aria d’affettuosa tristezza, disse come tra sè: «Peccato! Povero don Franco! Un cuor d’oro, una buona testa, e un temperamento così! Proprio peccato!». «Ma!» fece il Paolin. E il Puria, tutto contrito: «Sono gran dispiaceri!».
Aspetta e aspetta, le signore non ritornavano. Allora qualcuno cominciò a muoversi. Il Paolin e il Puria si accostarono lentamente, con le mani dietro la schiena, alla credenza, contemplarono il pasticcio di risotto. Il Puria chiamò dolcemente Pasotti, ma Pasotti non si mosse. «Volevo solo dirle» fece il curatone, coprendo il suo trionfo in modo da lasciarlo e non lasciarlo vedere «che ci sono i tartufi bianchi.»
«Direi che qui non mancano neppure i tartufi neri» osservò il marchese pigiando un poco sulle due ultime parole.