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370 parte ii - capitolo ix

permi le scatole a Padova!». Mi pareva di udire lo zio Piero, quando noi pure, a Oria, s’è parlato della grandezza, dello splendore futuro d’Italia. «Eh sì sì!», diceva. «Eh sì sì! Il lago diventerà di latte e miele e la Galbiga de formagg de grana!»

Vedremo, vedremo!


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La tua lettera mi suscita un tumulto di sentimenti che non si scrivono.

Mi addolorano, senza dubbio, l’atto della nonna e la obliqua malevolenza del Pasotti ma più mi afflisse lo sdegno tuo troppo forte. Quando un mio procuratore si presenterà a Brescia, il pagamento non potrà venire rifiutato. È vero, tu sei donna e non hai l’obbligo di conoscere queste cose. Anche la collera ti perdono poiché freddo non rimasi nemmeno io, da principio. Quindi mi son detto: di che ti sdegni e che ti sorprende? Non conoscevi tu quel malanimo e non ne avesti offese maggiori?

Infinitamente mi rattrista che tu non abbia saputo celare i tuoi sentimenti a Maria, infinitamente mi commuove che tu ne sia pentita e infinitamente mi consola che tu ami il Signore nella bambina, che tu me lo scriva. A dir vero, cara, non dovrei appagarmene così perché ad amare Iddio ne invitano i cieli e la terra ed Egli ci è visibile in ogni luce, intelligibile in ogni vero! Ma insomma tu