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366 | parte ii - capitolo ix |
Oh, mi scordavo quest’altra! Mezz’ora fa è venuta Ester a dirmi che si è decisa per il sì ma che desidera di aspettare ancora un giorno a vedere il professore. Si capisce che il naso è inghiottito ma non ancora passato giù nello stomaco.
Franco a Luisa.
Torino, 12 settembre 1855
Iersera Dina mi ha mandato al d’Angennes dove si è data male un’opera vecchiotta che non mi garba, "Marin Faliero". Aggiungi l’idea tormentosa di dover scrivere l’appendice e intenderai che non è stato un invitarmi a nozze. Un collega mi propose di presentarmi in un palco dov’erano due dame sfoggiatamente eleganti. Credo l’abbia fatto per desiderio del Dina perché esitava, gittava qualche rapida occhiata ai miei panni i quali mostrano aperto il canchero della borsa. Pensa se mi fu agevole il trarmi d’impaccio!
Panni vetusti
Fedeli e frusti,
vi debbo anche per questo una gratitudine che non rifiuto.
In teatro non si parlava che di Sebastopoli. I più credono che la pace non si farà, che l’Inghilterra non vorrà posare le armi prima d’aver levato ai russi per cinquant’anni il prurito delle conquiste. Uscendo dal teatro udii il deputato B., un fiero avversario della spedizione, dire a qualcuno: «Hanno