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354 | parte ii - capitolo ix |
delle altre cose a cui tanto penso nella mia solitudine, oh come vorrei che parlassimo ancora, da buoni amici!».
Il desiderio di Luisa restò vano. Su questo punto Franco non rispose affatto; anzi la sua prima lettera fu alquanto freddina. Perciò Luisa non ritornò più sull’argomento. Solo una volta, parlando di Maria, scrisse: «Se tu vedessi come recita il Padre nostro, mattina e sera, e come si comporta a Messa, la domenica, saresti contento».
Egli rispose: «Di quanto mi scrivi circa le pratiche religiose di Maria, sono contento e ti ringrazio».
Sì Luisa che Franco scrivevano quasi ogni giorno e spedivano le lettere una volta alla settimana. Ismaele andava alla posta di Lugano ogni martedì, portava la lettera della moglie e riportava quella del marito. In giugno Maria ebbe il morbillo, in agosto lo zio Piero perdette quasi improvvisamente l’occhio sinistro e ne fu, per qualche tempo, molto turbato. Durante questi due periodi le lettere di Oria spesseggiavano. In settembre la corrispondenza ritornò settimanale. Tolgo dal fascio le ultime lettere scambiate fra Luisa e Franco alla vigilia degli avvenimenti onde furono colti alla fine di settembre.
Luisa a Franco.
Oria, 12 settembre 1855.
Il riverito signor Ismaele ci ha fatto molto aspettare l’ultima tua perché da Lugano invece di ve-