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336 | parte ii - capitolo viii |
«No, no, cara, ma dormi.»
«Sì, papà, dormo.»
Tacque un altro minuto e poi:
«La mamma è a letto, papà?»
«No, cara.»
«Perché?»
«Perché ti fa le scarpette.»
«Le porto anche in Paradiso, io, le scarpette, come il bisnonno?»
«Taci, dormi.»
«Contami una storia, papà.»
Egli si provò ma non aveva la fantasia né l’arte di Luisa e s’imbarazzò presto. «Oh papà», disse Maria con l’accento della compassione, «tu non sai raccontar le storie.»
Questo lo umiliò. «Senti, senti», rispose, e si mise a recitarle una ballata di Carrer:
Al bosco nacque, povera bambina,
Gerolimina
rifacendosi, dopo quattro strofe che ne sapeva, sempre da capo, con intonazioni sempre più misteriose e abbassando via via la voce in un bisbiglio inarticolato, fino a che Ombretta Pipì, cullata dal metro e dalla rima, entrò con essi nel mondo dei sogni. Quando la udì dormire in pace gli parve così crudele di lasciarla, gli parve d’essere un tal traditore che vacillò nel suo proponimento. Si rimise subito.