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328 | parte ii - capitolo viii |
che aveva nei momenti di depressione fisica o morale, se gli fosse accaduto, fin dal principio della loro unione, di mancare verso di lei. Gli fu risposto un impercettibile: «no».
«Allora forse non mi amavi come ho creduto?»
«No no no.»
Franco non era sicuro di aver inteso bene e ripeté:
«Non mi amavi?»
«Sì sì, tanto.»
Lo spirito di lui si rialzò, un’ombra di severità gli rientrò nella voce.
«E allora», diss’egli, «perché non mi hai dato tutta l’anima tua?»
Ella tacque. Aveva prima tentato invano di riprendere il lavoro. Le mani tremavano.
E adesso veniva questa domanda terribile! Doveva o non doveva rispondere? Rispondendo, rivelando per la prima volta cose sepolte in fondo al cuore, avrebbe allargata la scissura dolorosa; ma poteva non essere leale? Il suo silenzio durò tanto che Franco le chiese ancora: «non parli?». Ella raccolse tutte le proprie forze e parlò.
«È vero, l’anima mia non è mai stata interamente con te.» Tremò nel dir così, tutta, e Franco non respirava più.
«Mi sono sempre sentita diversa e staccata da te», riprese Luisa, «nel sentimento che deve governare tutti gli altri. Tu hai le idee religiose di mia madre. Mia madre intendeva e tu intendi la