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310 | parte ii - capitolo viii |
Il «baloss» non faceva il viso più incoraggiante del mondo ma l’altro non se ne dava per inteso. Altrettanto poco poteva intendersi sua moglie con le signore che la interrogavano.
«Come l’ha mai faa, süra Pasotti» le gridava la signora Peppina «a vegnì in Valsolda de sto temp chì? — Oh dèss, la capiss nient, poera donnètta.» Per quanto anche Luisa ed Ester le gridassero nelle orecchie la stessa domanda, per quanto ella spalancasse la bocca, la sorda non capiva, andava rispondendo a caso: «se ho mangiàa? Se voeui disnà chì?» Intervenne Pasotti, disse che in ottobre egli e sua moglie eran partiti per un richiamo di affari, senza fare il bucato, che sua moglie lo andava seccando da un pezzo per questo benedetto bucato, che finalmente si era risolto di accontentarla, e di venire. Allora donna Ester si voltò verso la Pasotti a far l’atto di lavare.
La Pasotti guardò suo marito che le teneva gli occhi addosso e rispose: «sì sì, la bügada, la bügada!» Quell’occhiata, l’impero che lesse negli occhi del Controllore fecero sospettare Luisa che vi fosse sotto un mistero. Questo mistero e le inesplicabili espansioni di Pasotti le suggerirono un altro sospetto. Se fosse venuto per loro? Se nelle cause di questa improvvisa venuta ci avesse parte il viaggio del professore a Lodi? Avrebbe voluto consultarsi col professore, dirgli di fermarsi fino a che i Pasotti fossero partiti; ma come parlargli poi senza che se ne avvedesse Franco? Intanto donna