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300 | parte ii - capitolo viii |
volendosi appassionatamente riprendere, gustando il piacere acuto e amaro di unirsi per un momento con la volontà e con l’amore malgrado la intima disunione delle loro idee e della loro natura; tutto senza una parola, senza una sola voce.
Franco partì per andare in chiesa. Non volle invitar Luisa ad accompagnarlo, sperando ch’ella lo facesse spontaneamente; ed ella non lo fece dubitando che gli fosse gradito.
La mattina del sette gennaio, dopo le dieci, lo zio Piero fece chiamare Franco.
Lo zio stava ancora a letto. Si alzava tardi, non potendo riscaldare la stanza e non volendo, per economia, accendere il fuoco nel salottino troppo per tempo. Però il freddo non gl’impediva di tirarsi su a leggere, con mezzo il petto e ambedue le braccia fuori delle coperte. «Ciào» diss’egli quando Franco entrò.
Dal tono del saluto, dalla bella faccia seria nella sua bontà, Franco intese che lo zio aveva pronte parole insolite.
Lo zio gl’indicò infatti la sedia presso il letto, e disse il più solenne de' suoi esordi.