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l'asso di danari spunta 273

«Perchè, Franco?»

«Ecco!» esclamò Franco pigliando fuoco. «Vedi? Lo sapevo! No, non lo voglio far valere, no, no, assolutamente no!»

«Ma le ragioni?»

«Dio, le ragioni! Le ragioni si sentono, le devi sentire senza che io te le dica!»

«Non le sento. Non credere ch’io pensi ai denari. Non pigliamoli i denari, dàlli a chi vuoi tu. Io sento le ragioni della giustizia. C’è la volontà di tuo nonno da rispettare, c’è un delitto che tua nonna ha commesso. Tu sei tanto religioso, devi riconoscere che questa carta l’ha fatta venir fuori la giustizia divina. Tu ti vuoi mettere fra la giustizia divina e questa donna?»

«Lascia stare la giustizia divina!» rispose Franco, violento. «Cosa sappiamo noi delle vie che prende la giustizia divina? Vi è anche la misericordia divina! Si tratta della madre di mio padre, sai! E non li ho disprezzati sempre questi maledetti denari? Cosa ho fatto quando la nonna mi ha minacciato di non lasciarmi un soldo se sposavo te?»

La tenerezza e la collera, miste insieme, gli fecero groppo alla gola. Non potendo parlare, afferrò il capo di Luisa, se lo strinse sul petto.

«Ho disprezzato i denari per aver te» riprese con voce soffocata. «Come vuoi che adesso cerchi di riprenderli con dei processi?»

«Ma no!» lo interruppe Luisa rialzando il capo.