Pagina:Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu/270

266 parte ii - capitolo vi

Il professore taceva in disparte.

Franco e Luisa capirono che non c’era da insistere e le due donne s’avviarono a Oria con la scorta d’Ismaele il quale doveva ritornar poi a prender i Maironi e la barca.



Una lucerna modérateur era accesa nel salotto del Gilardoni, un bel fuoco ardeva nel caminetto, il Pinella aveva preparato ogni cosa per il punch e chi lo fece fu Luisa perchè il professore pareva aver perduto la testa, non faceva che darsi dello stupido e della bestia. Sulle prime non gli si potè cavar niente; poi vennero fuori, poco a poco, la storia del paradiso sotto l’ombrello e certe infernali conseguenze di quel paradiso. Nello scendere la scalinata della chiesa c’era stato fra lui ed Ester questo dialogo: «Sa, donna Ester, temevo quasi di averla offesa. — Come? — Con quell’affare dell’ombrello. — Che ombrello? — Qui il professore non era stato buono di ripetere il suo complimento. «Sa, Le avevo detto qualchecosa....» — Che cosa? — Si parlava del Paradiso.... — Silenzio di Ester — ....e io quando mi trovo con una persona che stimo, che stimo proprio di tutto cuore, dico facilmente degli spropositi. Vorrei quasi dirne uno anche adesso, donna Ester. «Spropositi mai, sa»