Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
con gli artigli | 231 |
Il giorno dopo la perquisizione, Oria, Albogasio, S. Mamette, furono pieni di bisbigli: «Avii sentii?» — Oh car Signor! — Avii sentii? — Oh cara Madonna!» I bisbigli più sonori, per forza, furono quelli che appresero il fatto alla Barborin Pasotti. Suo marito le gridò in bocca: «Maironi! Polizia! Gendarmi! Arresto!» La povera donna credette che un esercito avesse spazzato via i suoi amici e si mise a sbuffare «oh! oh!» come una locomotiva. Gemette, pianse, domandò a Pasotti della bambina. Pasotti, che non voleva assolutamente permetterle di scendere a Oria, di mostrare in quelle circostanze affetto ai Maironi, rispose con un gesto che pareva un colpo di scopa. Via! Via anche quella! — E la serva? Ci sarà la serva? — Il perfido uomo menò in aria un altro colpo di scopa e la Barborin capì che S.M.I.R.A. avesse fatto portar via anche la serva.
Ma i bisbigli più maligni suonarono assai lontano dalla Valsolda, in una sala del Palazzo Maironi a Brescia. Dieci giorni dopo la perquisizione, il cavaliere Greisberg di S. Giustina, cugino dei Maironi, addetto al governo del feld maresciallo Radetzky in Verona sino al 1853 e passato poi col padrone a Milano, scendeva a casa Maironi dalla carrozza dell’I. R. Delegato di Brescia, del