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con i guanti 207

riso ironico al signor Giacomo, «cosa ne dice Lei?» Il signor Giacomo battè gli occhietti e, palpatesi alquanto le ginocchia, rispose: «mi, signor Commissario riveritissimo, de Russia nè de Franza nè de Inghilterra no me ne intendo e no me ne intrigo. Lasso che i se la despàta. Ma mi, ghe digo la verità, me fa pecà el poro can de Papuzza. Lu xe quieto come un polesin e questi ghe fà momò: lu no ciama agiuto e quei core in zinquanta a giutarlo, e intanto i ghe xe adosso tuti, e magna che te magna, el poro Papuzza, sia ch’el vinza sia ch’el perda, el me resta in camisa.»

Con questo nomignolo di Papuzza (babbuccia), il signor Giacomo designava venetamente il Turco. Era la personificazione della Turchia in un turco ideale, con tanto di turbante, di barba, di pancia e di babbuccie. Nella sua qualità di uomo pacifico e di semi-libero pensatore, il Puttini aveva un debole per il pigro, placido e bonario Papuzza.

«Stia tranquillo» disse ridendo il Commissario,» Il suo amico Papuzza se la caverà benone. Siamo amici di Papuzza anche noi e non lo lasceremo mutilare nè svenare.»

Franco non si tenne dal brontolare con tanto di cipiglio:

«Sarebbe però una bella ingratitudine verso la Russia!»

Il Commissario tacque e la signora Peppina propose, con un tatto insolito, di andar a vedere i fiori.