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risotto e tartufi 11

anello infisso nella riva. Poi si voltò con una faccia imperiosa verso il portico e accennò a qualcuno, piegando il mento, di venire.

«Andiamo a piedi, Pasotti!», gemette ancora la voce.

Egli si strinse nelle spalle, fece con la mano un brusco atto di comando, e discese verso il battello.

Allora comparve ad un’arcata del portico una vecchia signora, stretta la magra persona in uno scialle d’India, sotto al quale usciva la gonna di seta nera, chiusa la testa in un cappellino di città, sperticatamente alto, guernito di rosette gialle e di pizzi neri. Due ricci neri le incorniciavano il viso rugoso dove s’aprivano due grandi occhi dolci, annebbiati, una gran bocca ombreggiata di leggeri baffi.

«Oh, Pin», diss’ella giungendo i guanti canarini e fermandosi sulla riva a guardar pietosamente il barcaiuolo. «Dobbiamo proprio andare con un lago di questa sorte?»

Suo marito le fece un altro gesto più imperioso, un’altra faccia più brusca della prima. La povera donna sdrucciolò giù in silenzio al battello e vi fu fatta salire, tutta tremante.

«Mi raccomando alla Madonna della Caravina, caro il mio Pin», diss’ella. «Un lago così brutto!»

Il barcaiuolo negò del capo, sorridendo.

«A proposito» esclamò Pasotti «hai la vela?»