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ci sono più di due metri di neve. I suoi compagni gli hanno messo una croce col nome, e mi hanno mandato la fotografia: vuol vederla? — E, addolorata ma fiera, la cavò da una busta, accuratamente avvolta in un foglio.
Io non ho neppure questo conforto — disse tristamente la signora: — Mio figlio è in fondo al mare. Fu per lo scoppio di una mina.... Ed era appena guarito d’una ferita! Almeno fosse morto com’è morto il suo, in combattimento!
— Poveretta! E non aveva che quello! — mi raccontava poi la cucitrice: — M’ha detto di portarle a leggere la lettera del Colonnello.... È una contessa, ma si cambierebbe subito con me, che almeno ne ho altri due alla fronte....
Come ci unisce il dolore, così ci unisce tutti il sentimento di affetto, d’infinita riconoscenza, di ammirazione, che portiamo ai nostri soldati, ai nostri marinai.
Per amore dei valorosi che combattono alla fronte e sui mari, accettiamo anche noi volentieri, non con rassegnazione soltanto, ma con fierezza, quasi con gioia, privazioni e sacrifizii.
L’inverno scorso, in una notte d’incursione di aeroplani su Venezia, un’altra mamma mi diceva: — Sono quasi contenta di dovermi alzare la notte e di patire anch’io un po’ di freddo. Quando sento sopra la testa il ronzio delle zanzare tedesche, penso: Siamo in mano di Dio — e mi par d’essere meno lontana da mio figlio!
Tutti ci unisce la fede nell’avvenire, nella grandezza d’Italia: — «Abbia fede il Paese, ed avrà la Vittoria» — sono parole di chi ci ha guidato tante volte alla vittoria.
La fede è una immensa forza, e i nemici lo sanno e vorrebbero strapparcela; e per ciò lavorano ed