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Siamo entrati in guerra per la giustizia e per la libertà; perchè quando giustizia e libertà avranno trionfato, non vi potrà più essere guerra, non sarà mai più possibile il rinnovarsi di stragi come queste.
Ma nessuno era ancora venuto contro di noi, nessuno ancora ci aveva assaliti: non fu dunque pazzia entrare spontaneamente nella lotta e tirarci addosso un flagello così atroce?
Nessuno ci aveva assaliti; ma era stata assalita la Serbia, era stato assalito e torturato il Belgio.
La Serbia, il Belgio sono lontani.... Non potevamo rimanere neutrali? Che c’entravamo noi nei fatti loro?
Caino rispose al Signore: — Sono io forse il guardiano di mio fratello?
Ed anche noi avremmo potuto dare la risposta di Caino: — Siamo forse noi i difensori della Serbia e del Belgio?
Eppure, quando vediamo un uomo grande e grosso che batte un bambino, il sangue ci ribolle, se abbiamo sangue nelle vene....
Ma, a parte questo naturale sentimento di giustizia, per cui non si può tollerare che un violento opprima un debole, non è niente affatto indifferente per il nostro bene che una nazione prepotente come la Germania possa opprimere una nazione debole come il Belgio.
Vuol dire che non c’è giustizia nel mondo, e tutti abbiamo bisogno che giustizia ci sia.
Pensate. Anche Genova è lontana da Messina, anche Brindisi è lontana da Milano; ma non è indifferente per un cittadino di Messina che a Genova si possa saccheggiare una casa senza incorrere nel giusto castigo, come non è indifferente per un cittadino milanese che a Brindisi una donna possa essere assassinata e l’assassino rimanere impunito;