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quale muovere alla invasione del nostro territorio. Eravamo amici, eravamo alleati, e intanto l’Austria distribuiva ai suoi soldati il manuale, dov’erano insegnate le parole italiane di cui essi avrebbero bisogno il giorno della immancabile invasione del Lombardo-Veneto!

E questa gente pretendeva che ci fidassimo, che credessimo sul serio all’offerta d’un pezzetto del nostro Trentino (e anche quello per dopo la guerra, bene inteso!) e che intanto stessimo quieti, per avere poi agio di voltarsi dalla nostra parte, e, quando ci avessero trovati soli e spossati dalla lunga neutralità, prendersi non il Trentino, ma Venezia, ma Milano, ma Roma!....


VIII.

PERCHÈ FACCIAMO LA GUERRA


Domandatelo a qualunque povera donna vissuta presso il vecchio confine ed abbia veduto per anni tutti i terribili preparativi di guerra fatti dagli Austriaci nel tempo in cui eravamo amici ed alleati, e vi dirà: — Se non fossimo stati svelti a farci una posizione di confine un po’ meno ingiusta, avremmo oramai qui i Tedeschi, e chi sa gli orrori che commetterebbero anche contro di noi, con l’odio che ci portano!

Se lo domandate ai soldati che combattono alle porte d’Italia e vedono ogni giorno coi loro occhi