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cosa fosse civiltà. Non possiamo mica far come loro, noi Italiani!

E il Tenente pensa ai campi di concentrazione dove l’Austria non dà pane bastante nè bastanti coperte ai nostri che tiene prigionieri; dove patiscono mille disagi donne, vecchi, fanciulli, i quali non hanno commesso altro delitto se non di serbare lingua e cuore italiano nelle terre italiane soggette all’Austria. Quegli Italiani prigionieri ed internati, per un nulla, per una parola, per una lagnanza sono puniti, maltrattati, seviziati, sono issati da terra e legati ad un palo sino che svengano.... No, la nostra vecchia nobiltà latina non ci permette di fare come fanno i Tedeschi!


III.

BOMBARDAMENTO


Un suono di campane a stormo; un silenzio.... poi un colpo terribile, che scuote la casa dal tetto alle fondamenta.

— Ah, Signore, ci siamo! — mormora l’infermiera impallidendo, e guarda le facce smunte, le teste bendate nelle tre file di lettucci che riempiono la corsia.

Sono i feriti austriaci, che la donna italiana assiste pietosamente.

Allo schianto, qualcuno per istinto s’è rizzato a sedere sul letto, qualcuno s’è provato a metter fuori una gamba dalle coperte, ma è ricaduto spossato; altri ha aperto un momento gli occhi e li ha su-