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il cuore del passero | 87 |
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Mia mamma era solita ogni dì, dopo il pranzo, accostarsi alla gabbia e dare un paio di sementine sbucciate al vecchio passero: il quale graziosamente le pigliava, e poi ella si ritirava nella sua stanza.
Così ella fece anche ieri: ma il passero vedendo una faccia nuova, esitava ad accostarsi e torceva il collo e la testolina con quell'occhio luminoso come capocchia di nero spillo, per vedere chi ci fosse oltre la mamma.
- È il tuo padrone: è il tuo padrone, vecchio passero: to', mangia le sementine!
Così ella disse e fece, e poi si appartò nella sua stanza, una stanza tiepida e senza rumore che dà su di un orticello abbandonato: e il sole dalla finestra entra e fa risplendere i molti santi ed i cari profili dei ritratti di chi è lontano; oh, tanto lontano che non ci si può arrivare per quanto si viaggi e per terra e per mare: pure tutti un giorno ci arriveremo là lontano senza viaggiare. Forse ci rivedremo anche!
Mia madre, seduta in una gran poltrona, legge certi suoi romanzi della vecchia scuola: