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vita presso altre nazioni! Insomma quando si pensa al tesori di una natura inesauribile che avrebbe questo popolo italiano e che noi non sappiamo sfruttare, anzi non conosciamo nè meno, viene addosso un grand'avvilimento. Noi potremmo essere i più ricchi, i più felici, i più umani e geniali popoli dell'Europa, e invece!... Bisogna vivere qui in questi comuni e in queste campagne dell'Emilia! Io ne so qualche cosa perchè, senza volerlo, mi trovo in mezzo alla baraonda di un povero comune dissestato. C'è del malcontento, qui, del guasto, dell'odio cieco e profondo, dell'ignoranza tanto più terribile perchè è a base di alfabeto, di diritti e d'istruzione: par di sentire degli scricchiolii di passioni selvagge, come nel ghiaccio quando sta per rompersi. A chi dar ragione? a chi torto? Ti confesso che non lo so nè anche io e non so più con chi prendermela, forse un pochino con voi altri che scrivete libri e che fate i discorsi; poco savi gli uni e poco belli gli altri. Press'a poco come facevano in Atene, ai tempi antichi, con la differenza che loro andarono in malora facendo almeno dei discorsi esemplari e delle poesie belle. Ebbene, questo è il mio posto di combattimento: umile posto ignorato, eppure mi trovo con-