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54 | leuma e lia |
- Oh, che bei versi! - disse la giovanetta con ingenua ammirazione; - me li ripeta.
E Astese li ripetè.
- Ma di chi sono?
- Indovini.
Lia disse che non lo sapeva, ma che aveano un non so che di bello e di antico e che probabilmente dovevano essere di Dante. - Io però non sono arrivata sin là, - aggiunse.
- Ma brava, ma che intuizione! Del resto si capisce; stando con Leuma.... Sa che c'era della stoffa d'artista in Leuma?
- Oh, lo so pur troppo! - disse Lia sospirando. E chinò la testa come chi è richiamato ad un pensiero doloroso.
- E adesso perchè sospira? ma perchè? cos'è nato?
Lia lo guardò in volto dubbiosamente come chi cerca un'espressione che gli riveli se si può o no fidare; e poi con voce in cui da vero si sentivano le lagrime, come talvolta attraverso il vento si sente l'odor della pioggia, domandò:
- Dica, mi posso confidare in lei?
- Garantisco, sposina, - disse Astese turbato a quel mutamento di scena inaspettato e mettendosi la mano sul petto e dando alla voce e al senso un andamento scherzoso: