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il primo viaggio d'amore | 299 |
tola che calava giù nella valle e riappariva poi in un'erta tutta di petto vicino a Montiano.
Adesso tutti sapevano che andava a Montiano.
- Oh, che va a Montiano che è notte? Ma a che fare? Come? Non sta qui a cena con noi? Vi sono le lasagne e i galletti in padella! E il formaggio fresco, olà! Ehi, ehi, a Montiano non c'è mica osterie e poi vien giù ora un acquazzone! - così dicevano i suonatori a gran sconforto di Furio: ma lo videro precipitar giù per la viottola senza ombrello e col cappello di paglia in mano affinchè il vento non lo portasse via. - Bel matto! Ehi, l'ombrello! - gli gridarono dietro. Ma Furio era scomparso.
- Ma ci ha la morosa a Montiano, - avvertì Cecco.
- Contane tante! - e levarono il braccio, come a dire: “se ci ha la morosa, si posson ben lasciare le lasagne ed i galletti e pigliar la pioggia„.
Mentre le gambe di Furio correvano, il cervello farneticava. Per la valle non c'era nessuno; certi bagliori di sangue sopra il castello di Montiano rompeano le nubi livide e gravide, da cui scendeva la pioggia all'insaputa di Furio.