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276 la bicicletta di ninì


- Che ora era quando è partito!

Il signor Alberto levò l'orologio. La lancetta segnava le otto e mezzo.

- Sarà circa una mezz'ora, - disse.

Cominciarono a fare il còmputo di quello che avrebbe potuto impiegare di tempo ad arrivare alla città. A piedi ci vogliono due ore e mezzo buone; un cavallo un'ora e mezzo circa, ma se va piano; un asino due ore scarse; un buon cavallo, ma di carriera, tre quarti. E una bicicletta? Questione difficile, e nessuno dei tre sapeva formarsene un'idea precisa.

- Essendo di notte, che non ci si vede, - disse finalmente la nonna, - ci vorrà circa un'ora e più, se non si vuol cadere e farsi male. Speriamo, in nome di Dio, che abbia tanto giudizio da andar pianino.

Questa parve l'opinione più probabile, e allora la signora osservò:

- Tanto come andare a piedi. Vedi che potevi muoverti tu e non arrischiare tuo figlio?

Queste parole caddero sul cuore del povero padre amaramente. Sentiva il rimprovero e quasi gli veniva da piangere. Parlavano tutt'e tre adagio, a stento, e ognuno capiva come sotto le parole dell'altro ci fosse un secondo