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262 | la bicicletta di ninì |
le mani? Io non so come facciano a non cadere.
La buona signora nonna cominciò a persuadersi in quel giorno che il mondo cammina anche con la bicicletta.
E come avea fatto a imparar così bene e d'un subito e senza maestro? Mistero: e dire invece che c'era voluto tanto per fargli capire i participi latini! Lo sapeva il povero suo maestrucolo di terza ginnasiale: un pover'uomo piccolo e obeso che avea messo al mondo tanti figli quanti sono i libri della Guerra Gallica del divo Cesare che spiegava ogni anno, da molti anni: e questi figliuoli e figliuole, forse per effetto dello scarso nutrimento, non assomigliavano punto al babbo, ma erano venuti su lunghi, allampanati e con certe teste dondolanti. Ninì però, benchè fosse passato in quarta classe, lo salutava lo stesso il suo ex professore quando lo incontrava con la schiera dei suoi figliuoli per le melanconiche vie di quella cittaduzza di provincia.
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Quell'autunno dunque, alla Villetta Rosa, la bicicletta fu oggetto dell'universale ammirazione. - Guardare ma non toccare! - am-