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250 | i tre casi del signor avvocato |
belle carrozze chiuse con i cavalli che scalpitavano e mordevano i freni; e sull'alto dei loro stalli erano i cocchieri in gran tenuta con gran fiori alle bottoniere.
- Gli sposi! gli sposi! - diceva la gente accorrendo.
Semilli non vi fece nemmeno caso ed entrò nel negozio tenendo il pezzo di pane in mano, ravvolto pudicamente nella carta.
Il negozio, cosa assai nuova, era deserto.
Però, al rumore de' suoi passi, uscì, dietro da una piramide di salumi, prosciutti e simili, l'uno de' due padroni, che era un giovanottone bonario, grosso quanto un vitello.
Ma Semilli non lo conobbe più, tanto egli era mutato.
Era tutto ben vestito di nero, con la sua bella cravatta di raso verde e una catena d'oro molto grossa.
- Caro lei, - fece costui quando riconobbe il solito avventore, - se veniva più tardi un minuto solo trovava chiuso il negozio, senza riguardo per nessuno....
- Perchè?
- Perchè stasera c'è festa, festa grossa: mia sorella, quella che stava al banco - se la ricorda, è vero? - si è fatta oggi la sposa.
- Allora i miei auguri...!