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i tre casi del signor avvocato | 243 |
ceva lui, pativa di un gran nervoso alla testa che gli faceva smarrire l'opportunità delle espressioni proprie ed efficaci a far leva sugli uomini.
- Dica, dica pure! - insistette l'altro garbatamente.
- Dunque lei deve sapere.... - cominciò con un tono di voce da far rabbrividire chiunque avesse avuto fretta.
In quella entrò il domestico con un dispaccio.
Semilli si interruppe.
- Seguiti, seguiti pure, io ascolto bene lo stesso.
Seguitò.
Il signore dell'avvenire aperse il dispaccio, lesse con l'abituale calma e lo infilzò ben bene in un punteruolo che era infisso su di un piedestallo di agata. Poi aveva preso il lapis azzurro e faceva piano piano alcuni segni su dei fogli ammucchiati in un canto, e segnati che essi erano, li deponeva altrove.
Il servo entrò una seconda volta:
- Le bozze del giornale, - disse con voce cadenzata, e depose un grosso plico.
- Ah, finalmente! - sclamò quel signore.
Squarciò la busta: gli stamponi umidi, liberati dalla compressione della busta, si svi-