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i tre casi del signor avvocato | 229 |
con bel gesto il visitatore ad esporre le ragioni della sua venuta.
Con la voce in sussulto quegli incominciò e, con le mani guantate, tremanti, apriva i documenti, le nomine governative, i diplomi e comprovava il suo dire.
Il signore lo ascoltava col suo bel sorriso e diceva ogni tanto con un brusco moto di contrarietà: “Ma che disdetta!... oh, poveretto!„ Quando vi fu un momento di sosta, levò la mano, una assai bella mano, in atto di volere egli pure parlare e cominciò:
- Il mio caro giovinotto....
- Eh, non lo sono più, signore! - osservò l'altro timidamente.
- Via!! Quando si è pieni di belle speranze si è sempre giovinotti: se lo lasci dire. Il mio caro giovinotto, il caso suo è proprio desolante, tanto più che cospirano delle circostanze di fatto che non si possono oppugnare. Lei è proprio vittima di una legge, lo capisco, anzi una delle vittime più stritolate. Ma che farci? Lo sa bene: dura lex, sed lex! Ad ogni modo quando andrò a Roma, avrò presente il caso suo: vedrò, sentirò, se per vie indirette, per altri uffici, ci fosse modo di rintegrarla nel suo impiego. Perchè è questo che lei vuole, è vero? Dopo tutto è la