Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
202 | le vicende del signor x*** |
il maggiore, con la differenza che lui era andato su tutte le furie, mentre lei, la signorina Y***, andava pazientemente in cerca fra osso e stinco di qualche fibrilla di carne.
- Questo è un pollo morto di lunga etisia, e lei lo mangia senza lamentarsi, senza protestare?
Queste parole il signor maggiore rivolse con indignata meraviglia alla signorina, la quale sollevando i suoi occhi tranquilli, si accontentò di osservare:
- In verità è un pollo un po' magro, ma chi deve andare a desinare all'albergo bisogna che si adatti.
Il disgraziato pollo fu il principio di una non breve dissertazione sul mangiare all'albergo, nella quale la parola pacata della signorina finì con l'avere ragione sull'irascibile signor X***. Anzi la signorina mostrò di conoscere a puntino come si prepara un pollo, come si deve ammannire un fritto, come fare un brodo che ristori lo stomaco.
- Credevo che lei non sapesse altro che la storia di Romolo e Remo e la pedagogia, - disse il signor X***, - ma mi ricredo: ella possiede delle cognizioni molto più utili.
Un altro giorno il signor X*** inveì contro un intingolo di lepre: