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Il signor X*** si era da due mesi abituato ad aver per vicina di pranzo la signorina Y***, la quale prendeva posto al tavolo N. 4, alle ore sei.

Il signor X*** prendeva posto al tavolo N. 5, regolarmente alle sei e mezzo, e, passando fra i due tavoli, salutava con soldatesca franchezza: perchè il signor X*** era maggiore di fanteria, come diceva ad ognuno la grossa fascia d'argento, rigida sul berretto rigido di quella figura ancor più rigida.

La signorina, alle ore sei e tre quarti circa, si alzava da tavola proprio nel momento che il signor maggiore ordinava il caffè, il virginia, la lampadina con lo spirito, il cognac.

La signorina con un moto rapido si metteva la mantella, si adattava la veletta e andava via sussurrando con lieve inchino e con voce assai dolce, un:

- Buona sera, signore!