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162 | nella terra dei santi e dei poeti |
parole bolognesi di toglierselo dai panni, ma tutto era inutile: allora si rivolse a me, e io zitto, come non l'avessi veduto; ma quando mi posò la mano su la spalla, mi voltai di botto e con accento croatescamente imperioso e forte, dissi:
- Was wollen sie?
Tale rimedio, già esperimentato favorevolmente contro i monelli, ottenne anche questa volta il suo effetto: l'uomo prima mi guardò attonito, poi come fosse stato colpito da quelle tre parole, mi voltò le spalle e alzando le braccia, e chiamando a testimonio i vicini, si allontanò ripetendo fra le lagrime e il cruccio:
- L'è rrabbiato! rrabbiato!
Così ebbimo libero il passaggio, ed uscimmo da porta Firenze per una via larga e bella che passa per il piano della valle del Topino, confluente del Tevere e ricordato da Dante nel canto di san Francesco.
A Spello, che foscheggiava turrito a man destra e dove sono affreschi e tavole del Pinturicchio, avrei ben voluto fermarmi, ma in quell'ora una sosta spostava tutto l'itinerario, e poi perchè non dirlo? nel mio amico Pasini avrei trovato un'opposizione difficile a vincere. Egli prima di partire fissa il viag-