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160 nella terra dei santi e dei poeti


I pastori la udivano, come dissi, sdraiati e immobili come i loro cani, ed io durai gran fatica a liberarmi da colei; ma già io avea raggiunto il monte quando udii certe sue grida disperate che mi chiamavano. Era lei che di corsa risaliva il monte alzando le braccia. Quando mi fu presso, mise la mano in tasca e levò una medaglia che mi volle donare per memoria.

Ed è probabile che la medaglia magica mi abbia impedito di rompermi il collo giù per le precipitose giravolte per cui dall'Alpe si scende a Foligno. Per dieci miglia non un'anima sotto il sole: solo il profumo ebro delle ginestre.

Ad un certo punto, dove il monte faceva ombra, scorsi Pasini seduto pacificamente presso la sua bicicletta.

- Credevo che ti fossi fermato lassù, - disse. - Guarda quella valle: di' se non è la Svizzera, senza la neve e col nostro bel sole! e quella cascata tra il verde?


*


Ad un'ora dopo mezzodì ci trovavamo finalmente a Foligno in una fresca e grande stanza d'albergo dove molti eleganti ufficiali,