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134 | nella terra dei santi e dei poeti |
guire la via di circonvallazione sotto le mura e così avrei visitato anche i luoghi più cari al poeta e dove si inspirò pe' suoi idilli. Io mi congratulai con lui di tanta erudizione e seguii il suo consiglio.
I miei spiriti erano diventati allegri e vigili come la fresca e pura mattinata.
Mi veniva per la via una gran tentazione di domandare alle ragazze: “Per piacere, lei conosce la Silvia?„ e a qualche artigiano sull'uscio che levava su di me gli occhi tranquilli: “Scusi, lei è quello che s'affretta a fornir l'opra?„; e quando uscii dalla città e scesi giù nella viottola, imbattendomi in un grosso, canuto, arcigno prete: “Vero che lei è del natio borgo selvaggio?„ Ma nulla dissi di simile, ma guardavo in faccia la gente serena e mi veniva da ridere. Per la lunga viottola suburbana nessuno incontrai, altro che un giovine imberbe vestito con pulita semplicità che mi veniva dietro. Io ogni tanto gettavo l'occhio su la gran valle vestita dal sole il quale avea sorpassato il monte che m'era a ridosso, e dall'altro lato guardavo le mura sovrastanti, grige, tetre, ma con giardini pensili di molta verdura, e ombrelli fioriti di oleandri, gaudenti all'ombria. Io guardavo attorno e lui guardava me.