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110 | le ostriche di san damiano |
duro; anche il preside voleva tirare il collo ai due quattro, e lei duro! E mio padre diceva (mi vien da ridere a pensarci): “come? faccio anch'io degli sconti coi miei debitori per delle centinaia di lire, e lei per un punto....„
- Che vuole, signor mio....
- Ma ha fatto benissimo! Dopo, i miei genitori l'hanno capita. Mi hanno mandato come volevo io in Isvizzera, dove ho imparato le lingue e il commercio. Io volevo seguitare a ingrandire l'esercizio di papà e lui voleva invece ritirarsi dagli affari.... Oggi come oggi sono felicissimo. Quel Cornelio Nepote non mi andava giù....
- Troppo giusto....!
E mi volle lui stesso infilare il pastrano e mi porse il cappello e il bastone e mi pregò di venire spesso a onorare il suo esercizio.
- Io non dimenticherò mai il giorno di San Damiano - diss'io.
- Tutta bontà sua, signor professore! - e mi tenne aperta egli stesso la vetrata, ed io uscii dal restaurant col superbo Avana fra le labbra, come un banchiere o un gentiluomo che non misura certo il danaro per la colazione.