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106 | le ostriche di san damiano |
E il non mai dimenticabile cameriere mi incendiò un Avana meraviglioso: la cui nebbia azzurrognola e lieve, commista alla nebbia del vino e del liquore, mi assopì lievemente con un senso di beatitudine infinita.
“Il mondo è bello e santo è l'avvenir! - ripeteva fra me col grande poeta: - sì, certo, il mondo è bello,„ e non sentivo più alcun rumore intorno a me, benchè la sala fosse piena di gente.
*
Quand'ecco, un po' alla volta, piano piano, percepii che la seggiola che mi era di fronte si muoveva, aprii gli occhi e scorsi il giovane Damiano che si sedeva timidamente davanti a me.
«Che vuol costui?» dissi fra me, aprendo gli occhi.
Sorrideva, vidi che sorrideva di compiacenza e di affetto nel florido volto, ma poi sentii queste acerbe parole che mi sconvolsero la digestione.
- Signor professore, ella vedo che non mi riconosce più.... Io invece la conosco benissimo!
- Ahimè! - sospirai nel mio cuore - dol-