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dedicatoria | vii |
Dunque non grande conforto, come vedi, io ebbi da te a questi miei studi e a queste tormentose e pure affascinanti fatiche dell’imaginare e dello scrivere.
Però se tu, cara, avrai la pazienza di scorrere queste belle pagine — belle per la onorata veste dell’arte tipografica — vi troverai qualche cosa di te, e capirai perchè a te le volli dedicate.
Queste novelle — ancor che umile frutto di quella passione e di quella nobile malattia del pensiero che spesso distrugge la vita scorza a scorza — non sono opposte a quei principî umani a cui è stata conformata la tua vita. Vi troverai l’amore e la venerazione per le cose e per le opere semplici e generose: vi troverai anteposta la coscienza e la verità alla fortuna e il disdegno di ogni proficua viltà; e questo è avvenuto non per alcun merito mio o per deliberato proposito di far opera morale (tanto più che la morale, proseguita da sola, ha in arte un ben tenue valore: inoltre — affermano i savi moderni — la morale è fenomeno mutevole di sentire secondo il mutare della società e della storia), ma perchè tali principî mi furono da te inspirati, e in questa maniera di sentire e di operare tu, benchè non dotta di filosofia e