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il cuore del passero | 89 |
fame; vi ho curato, allevato, nutrito! Pagate ora il debito di riconoscenza che avete col vostro signore e padrone. Vi ricordate quando facevate: ci, ci! nel corridoio luminoso, nove anni addietro, e mi saltavate su le spalle?»
Io misi la mano nello sportello, la mia grossa mano che riempiva tutta la gabbietta, e le cinque mie dita violente afferrarono dopo breve contesa la piccola bestiolina, e me la accostai alle labbra.
Il cuore del passero batteva.
La mano provò una ben curiosa sensazione nello stringere una cosina così piccola e così fragile.
Se a pena le mie dita si fossero ristrette di un mezzo centimetro, quegli ossicini che formavano quel piccolo scheletro si sarebbero frantumati e quel cuore si sarebbe improvvisamente arrestato: e nessuno mi avrebbe detto niente.
La perversa tentazione! Quel soffice involucro di penne invitava a premere fortemente tanto per sentire dove cominciava la carne e come quel cuore avrebbe fatto a cessare. Perchè quel cuore batteva con violenza; più forte del cuore dell'uomo in quanto che esso era un movimento come aereo: come il pulsare di un'ala interna veloce.