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88 | il cuore del passero |
versioni inverosimili di vicende anche più inverosimili. Un romanzo della buona arte simbolica o psicologica non sono mai riuscito a farglielo finire.
- Sarà scritto bene, figliuolo; ma è troppo difficile e vi sono troppe melanconie: ne ho tante io!
Legge anche i giornali; ma di questi cura in speciale modo le vicende dei re e dei principi coi quali è in molta dimestichezza. Ne sa le genealogie, le parentele, i maritaggi; cos'ha fatto quello; cos'ha fatto quell'altro.
Quando è incerta, si rivolge a me e mi domanda: - Chi è quella Guglielmina? è la figlia del re tale? Come va allora che non si sposa? Dovrebbe sposare il tale principino. E quel re X*** cosa fa che non viaggia più? -
A queste domande io so rispondere ben poco: - Gente che ha buon tempo, mamma! - rispondo talvolta per levarmi d'imbarazzo.
Anche ieri, come ho detto, ella si ritirò nella sua stanza. Io rimasi solo presso la finestra, vicino alla gabbia del vecchio passero.
Io ebbi la voglia di rinnovare la antica conoscenza con lui. Diamine, eravamo vecchi amici! Gli dicevo: «Vi ho raccolto per la via implume, signor mio! vi ho sottratto ai monelli che vi avrebbero ucciso, al gelo, alla