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vi | dedicatoria |
a fare una bella passeggiata, invece di star lì a ammuffire tutto il santo giorno„, e te ne andavi scuotendo il capo con mestizia e commiserazione.
Nè devi ancora esserti dimenticata che qualche mio scritto fece inavvertitamente, per opera tua, conoscenza con le fiamme del focolare. Allora te ne rimproverai, ma oggi...! oggi, chissà? Forse, meglio: alle fiamme purificatrici i fantasmi della passione e del pensiero: nel mondo e fra gli uomini le sane e forti opere. Certo tu non pensavi, ma intuivi così, cara mamma!
Anche per quello che riguarda l’arte non ebbi da te troppi ammaestramenti. Tu, in fatto di romanzi e di letture, sei rimasta, caso mai, fedele alla vecchia scuola: cioè i gran romanzi, in uso molti anni fa, pieni di avventure che ti conciliano piacevolmente il sonno dopo il desinare del mezzodì. Quanto al pane dell’anima, sei contenta delle semplici parole di Cristo che sono ne’ tuoi breviari, da te postillati con parole buone di speranza, di perdono e d’amore. La nuova arte che scruta sottilmente le passioni e le tempeste dei mortali, è passata vicina alla tua ignoranza: e tu non ti sei accorta di queste superbe conquiste dell’ingegno.