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questo nome alla piazzetta dei Trinitari, ove ha origine la via Condotti. L’Ufficio riteneva per conto suo, che questo tratto più frequentato e centrale, che dovrà essere attraversato da altre strade importanti, meritasse il sacrificio del costoso taglio dei grandi casamenti e di qualche palazzo. Nel resto il Corso era lasciato com’è, se si eccettua la rettifica che fu poi fatta dell’ultimo tratto, fra il vicolo del Piombo e la piazza di Venezia.

La Commissione speciale però che a quell’epoca fu nominata dal Consiglio per la revisione del piano, fu ricisamente contraria alla proposta dell’Ufficio. Opinò invece che si dovesse profittare di ogni favorevole circostanza, per ottenere allargamenti parziali, con lo arretramento di talune facciate meno decorose da qualunque dei due lati si trovino; per esempio, dal palazzo Verospi a S. Lorenzo in Lucina a ponente; dalla piazza Colonna a tutto il palazzo Marignoli a levante; da San Carlo alla via degli Incurabili ove nell’uno, ove nello altro lato. Quella Commissione affermava, che questi ritiramenti discontinui sarebbero riusciti non solo comodi pei frequentatori del Corso, ma anche utili per lo sfoggio dei negozi nei risalti all’entrare di ogni largo. Veramente il Corso presenta due soli ventri o inflessioni sporgenti ben demarcati. Il primo spiccatissimo ed esteso nel lato orientale comincia dalla via della Vite e termina al vicolo Cacciabove. L’altro assai minore sul lato occidentale comincia dalla piazza di S. Lorenzo in Lucina e termina al palazzo Verospi incontro la via delle Convertite; e quando questi due ventri fossero tagliati secondo una linea retta che passasse pei loro