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denze. Ma appena il traforo fu aperto, il movimento dei veicoli e dei pedoni si determinò tutto per la via breve e diretta, benchè sotterranea. L’utilità non sarebbe minore per noi, se potessimo traversare così il colle Quirinale, prolungando la Via Due Macelli fino alla Via dei Giardini, demolendo poche case e una estrema parte del palazzetto Del Drago. La Commissione adunque astenendosi, da considerazioni di convenienza, perchè si tratta di un opera che dovrebbe penetrare nel suolo annesso alla Reggia, riconosce però che il proposto sotterraneo soddisfarebbe pienamente all’economia e alla facilità del transito sempre crescente in quei luoghi, ed oggi cotanto difficile. E quando il progetto potesse avere esecuzione, avrebbe complemento il concetto che razionalmente si era proposto l’autore del piano regolatore; quello cioè di profittare delle tre grandi strade che si diramano dalla piazza del Popolo, per continuarle, e farle servire al collegamento delle parti più popolose e centrali, con le più lontane verso l’opposta periferia della Città.


Rettifiche e allargamenti della via del Corso


Dopo aver descritto lo scopo e l’andamento della prosecuzione delle attuali maggiori vie, Ripetta, Corso e Babuino, è necessario intrattenervi sulla grave questione dell’allargamento del Corso. Nel piano regolatore di massima del 1873 la via del Corso si segnava portata a circa 18 metri di larghezza, e precisamente a filo del prospetto del palazzo Sciarra, dalla piazza di