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la via del Corso, dopo protratta, giunga al Campidoglio, al Foro Romano, ai nuovi quartieri dell’Oppio e del Celio, alla stazione, al centro dell’Esquilino, e al viale che lo circonda collegandosi alla Porta S. Giovanni, a S. Croce in Gerusalemme, alla Porta Maggiore e alla nuova Porta S. Lorenzo. E tutto ciò senza demolire fabbricati pregevoli per arte, percorrendo in buona parte terreni scoperti con pendenze mitissime, se si eccettua la salita al Campidoglio che è pur moderata, e con una larghezza di metri 20 in tutti i suoi rami principali.

Altra importantissima comunicazione è disegnata nel piano regolatore, la quale collegandosi al prolungamento del Corso, provvede alla traversata del Fôro Romano dalla piazza, ova si biforca la via Cavour colla via al Colosseo, all’opposta via di S. Teodoro. E siccome il piano del Fôro è più basso delle parti che si vogliono riunire, si è proposto di cavalcarlo con un ponte largo Metri 20 a sostegni di pali in ferro, e con grandi travate metalliche; lo che permetterebbe di lasciare libero alla circolazione e alla vista il sottoposto antico suolo romano. La Commissione ha seriamente discusso sulla convenienza di tale opera, che potrebbe sembrare un anacronismo in una località tutta riservata alla storia e all’archeologia. Esaminò se non convenisse meglio un passaggio sull’antico piano; ma lo escluse, perchè dovrebbe essere o separato con ripari laterali dalle antichità, o sorvegliato continuamente; dividerebbe poi in due l’area degli scavi, e vedrebbe manomesso l’antico selciato poligonale. Si pensa anche alla costruzione di un ponte in materiale; ma si rico-