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giudicare la possibilità e il diritto di eseguirlo, quando in tempo futuro se ne vedesse l’assoluta necessità, con riserva anche di chiedere al Governo dispensa dall’obbligo di portare a 20 metri, in questo breve tratto, la larghezza della via; non essendo opportuno, almeno per un lungo periodo di tempo, di addivenire ad una espropriazione cotanto dispendiosa, la quale impegnerebbe a ricostruire in ritiro, e collo stesso disegno tutta la parte più grandiosa e più nobile del palazzo, manomettendo un edificio cospicuo per mole imponente, ed appartamenti adorni di pregevolissimi stucchi. Ma la Commissione Vostra, memore del principio stabilito ed ammesso di non proporre demolizione di fabbriche ragguardevoli senza una vera e dimostrata necessità, e convinta che la invariabilità di un dato modulo di larghezza stradale, in una città come Roma, sarebbe assurdità o peggio, decise di non toccare il palazzo Altieri, e di lasciare fra questo e la Chiesa del Gesù la via tal quale ora è. Sorse piuttosto il pensiero di una parziale diramazione fra la via del Plebiscito e la piazza del Gesù, in guisa che la via diretta fra questi due punti e la succursale venissero a costituire una somma di sezioni stradali, almeno equivalente alla larghezza di 20 metri assegnata in massima alla prosecuzione della via Nazionale. Gli studi, che a tale effetto si fecero, condussero la Giunta e la Commissione a stabilire, che la via succursale si aprisse tra la via degli Astalli e la piazza del Gesù, girando dietro la tribuna della Chiesa, ed isolando questa e la sua sagrestia dal già convento dei PP. Gesuiti.

Altro impegno derivante dall’obbligo di tenere la