vie della Greca e di S. Teodoro; un secondo al bivio della via della Moletta colla via del Falso Aventino; un terzo al Crocicchio delle vie della Moletta, di Santa Saba e di Santa Prisca; un quarto finalmente alla via Alberata di Porta S. Paolo, a metà circa della fronte del quartiere di Testaccio. Tutti e quattro i viali faranno capo all’altipiano in punti pressochè equidistanti del suo perimetro. E l’altipiano è suddiviso da strade fra loro ortogonali, che racchiudono aree fabbricabili, mentre gli spazi liberi fra i viali d’accesso si lasciano ad uso di privati villini, come già abbiamo suggerito. Più difficile era lo studio di dare accesso all’altipiano lungo la parete del colle rivolta al Tevere. Tolto infatti lo stradone ripuario, la distanza orizzontale, fra il piede della scarpa e la cresta, è quasi uguale alla differenza verticale dei due livelli: però la balza essendo formata di terreno tufaceo, ed in più punti sostruita, è facile piantarvi dei muri andatori tracciati a rampe di dolce pendio, e a ripiani con intramezzo di loggie e parapetti centrali. Un ingresso a tali rampe si è disegnato presso la Bocca della Verità, e un altro opposto presso l’arco della Salara Vecchia; a talchè il nuovo quartiere sarà da questa parte del colle legato direttamente a due regioni, una già abitata, l’altra destinata ad esserlo dopo lo svolgimento del quartiere al Testaccio. Mediante un tale artifizio, e con architettura semplice e panoramica, si ascenderà dunque ad una grande strada in sommità dell’Aventino, la quale in forma di rettangolo molto allungato circuirà il Priorato, S. Alessio, Santa Sabina, e dai cui lati occidentale e meridionale si godrà la magnifica vista della