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buite, di cattiva costruzione, antigieniche, intramezzate appena da luridi vicoli. In tutti i disegni del piano regolatore studiati dal 1870 in poi, era segnata la intera distruzione del Ghetto; chè il tollerare più oltre siffatto quartiere, sarebbe cosa contraria alla umanità ed alla civiltà. Nel dubbio che potesse scegliersi l’area del Ghetto per sede del nuovo Palazzo di Giustizia, come non pochi suggerirono, il disegno del piano, di cui ci andiamo occupando, lasciava libero a quest’uso tutto lo spazio destinato alla demolizione, compreso fra i Portici d'Ottavia, la via di Pescheria, la Piazza Cenci, ed il fiume; il quale spazio, meno la lista di terreno necessaria alla sistemazione del lungotevere, misura una superficie di Metri quadrati 20,000. E siccome il Palazzo esigerebbe una vasta piazza innanzi al prospetto principale, così nel disegno era pure indicata un’ulteriore demolizione di case a Nord della via di Pescheria, e l’apertura di una breve ma larghissima strada che da S Caterina dei Funari conducesse al mezzo del nuovo edificio, e che distruggendo il palazzo Righetti si unisse alla piazza Campitelli, per dove passa un’arteria del movimento proposta fra la via degli Astalli e la via Montanara. Peraltro se, come non è improbabile, il Palazzo di Giustizia avesse a collocarsi in Prati di Castello, quella grande piazza e quella grande strada di accesso centrale diverrebbero inutili, e le demolizioni si limiterebbero allo spazio di 20,000 metri quadrati nelle bassure del Ghetto. In tal caso, dopo risanato e rialzato il terreno, coi riguardi dovuti ai molti e preziosi avanzi di antichi monumenti che sonovi sopra e sotterra in quella regione, verrebbe diviso in