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Commissione. Il lungo Tevere metri 30: la via Reale, nel tratto eseguito metri 16, perchè non conviene distruggere le fabbriche che già la fiancheggiano, ma nel suo prolungamento metri 20: la via dal Popolo al bastione Vaticano metri 25, attesa la sua grande lunghezza: le altre vie principali metri 20. La Giunta per altro aveva proposto di tenere le tre vie principali tutte della larghezza di metri 30, e ha sostenuto, che non convenga discendere al disotto di metri 25, perchè altrimenti si pregiudicherebbe la possibilità di alberare le arterie del quartiere. Il Consiglio giudicherà fra le due discrepanti opinioni.
Un’ultima osservazione conviene di fare circa il forte Sant’Angelo, che resterà racchiuso nel nuovo quartiere. Siccome fu già deliberato dal Consiglio, quando si discusse il piano regolatore di massima nel 1873, la Mole Adriana, e l’opera quadrata con torri angolari dei bassi tempi dovrebbero restare isolate, demolendo tutte le casematte all’intorno, e destinando a giardino lo spazio risultante. Però l’autore del piano ha proposto, di non distruggere la traccia caratteristica del pentagono bastionato. Questo fortilizio è uno dei primi di tal genere costruiti in Italia, ed in epoca anteriore al Vauban proclamato dai Francesi come inventore di quel sistema di opere militari; e troppe memorie storiche si legano al Castello S. Angelo, perchè se ne debba conservare la topografia. Appianando gli spalti, e colmando il fossato, il piano del quartiere in Prati verrebbe livellato all’altezza del cordone dei muri, che rivestono i rampari del pentagono: sicchè non resterebbero sopra terra che i soli parapetti. Questi formeranno la base