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scali per acqua, allo sviluppo dei binari, e dere essere separata dal resto del quartiere da una cinta daziaria. La parte centrale e verso Marmorata è riservata alle industrie e agli opifici; quella poi verso le mura, alla costruzione del nuovo mattatoio. Finalmente il campo boario avrebbe a stabilirsi nel terreno esterno compreso fra la via Ostiense, la strada ferrata, il Tevere e le mura, aprendo in queste le porte di comunicazione col mattatoio.

Il Mercato centrale, oltre essere necessario, è un altro degli obblighi imposti al Comune dalla legge sul concorso dello Stato nelle opere della città. Piuttosto che uno stabilimento unico e generale noi consideriamo il mercato come l’insieme dei vari generi di traffico, che si riferiscono alle provvigioni alimentari, e delle discipline alle quali devono essere assoggettati in una città ben regolata e civile. Quindi troviamo opportuno che vari e diversi sieno i luoghi di collocamento di tali mercati, e scelti secondo le comodità delle provenienze, degli accessi, delle abitudini stesse della popolazione. Al Testaccio dunque, ove già esiste l’antico deposito di vini comuni, conviene mantenervelo; e forse un giorno potrebbe essere utile di costruire in quelle adiacenze apposito mercato di vini nostrali e stranieri; come altresì, profittando delle comunicazioni ferroviarie, può essere vantaggiosamente situato al Testaccio un mercato dei grani, dei carboni e dei liquidi infiammabili, ecc. All’opposto crediamo che convenga mantenere presso la Bocca della Verità e il mercato del pesce recentemente edificato, e quello delle erbe, frutta e civaie, che provvisoriamente fanno piazza nei dintorni della