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chi delle vie Carlo Alberto e Coroncina, e coll’abbassamento del terreno, che ora fa groppa tra queste strade; sicchè la fontana con la colonna spiccherà meglio sul fondo e resterà simmetricamente isolata.

Parimenti dovrà essere ampliata di sezione l’ultima parte della strada, che conduce a Santa Croce in Gerusalemme, per porla in relazione con i tratti già corretti, e che hanno preso i nomi di via Carlo Alberto e di via Conte Verde. Saranno poi da protrarre il viale Margherita per dargli sfogo verso la Porta Maggiore, e la via Emanuele Filiberto, che dalla Piazza Vittorio Emanuele farà capo alla Porta S. Giovanni, in modo analogo all’eseguito prolungamento della via Principe Eugenio, che dalla piazza stessa va diritta alla Porta Maggiore. Queste varie strade saranno rilegate alle loro estremità da una traversa, o pomerio interno. Incontrandosi però in due punti gli avanzi dell’acquedotto Neroniano, si è determinato che abbiano a rispettarsi, e che si passi sotto i loro archi, o a fianco dei ruderi discontinui.

Per tal modo il quartiere all’Esquilino, che nel perimetro destinato alla fabbricazione comprende una superficie di ettari 66 capace di circa 33 mila abitanti, riuscirà nobilmente completo anche nelle linee eccentriche, e conforme al progetto, che in origine ne fu studiato. Basterà che buone linee lo colleghino alle parti popolose di Roma; essendochè queste comunicazioni non potranno non eccitare e promuovere la rapida e totale edificazione della parte meridionale del descritto quartiere.

A suo luogo ci intratterremo delle linee, che a tal