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un concorso nelle spese, nè forse si sperava di ottenerlo. Si decise pertanto di continuare solamente i lavori dei nuovi quartieri nell’altipiano, e di collegarli alla città colla prosecuzione della via Nazionale, ponendo per intanto in disparte i progetti per apertura di altre grandi strade, e per impianto di altri quartieri.

E poichè, secondo il piano regolatore, via Nazionale avrebbe dovuto sboccare in Piazza di Sciarra e continuare fino alla Piazza del Pantheon, e via Cavour collegarsi a Piazza di Venezia, il Consiglio, abbandonato questo concetto, determinò che via Nazionale dovesse invece volgere a Piazza di Venezia, e di soprassedere ad ogni nuovo lavoro. Così il piano regolatore, studiato indefessamente e con amore, condotto innanzi attraverso gli esami od i giudizii delle Commissioni che si succedettero una all’altra, uscito vittorioso dal cimento della pubblica discussione, dovè rimanere nell’archivio dell’ufficio tecnico fino al momento presente. Tuttavia il proposito di desistere da nuove grandi opere non si potè in modo assoluto mantenere; ed incalzando i bisogni, non solo si proseguì nei lavori per i nuovi quartieri dell’altipiano, e si continuò la via Nazionale collo sbocco a Piazza di Venezia, ma a poco a poco si intrapresero altri lavori, o per provvedere alla viabilità prendendo occasione dalle ricostruzioni di alcuni stabili privati, o per la fognatura e il bonificamento del sottosuolo, o per il comodo e il decoro della città. Citiamo ad esempio gli allargamenti delle vie del Corallo, di Piè di Marmo, della Gatta, delle Convertite, di alcuni tratti della via Venti Settembre, di Piazza della Minerva, della via Tiburtina fino al Cimitero, concorrendo